Impregnati dalla forza dello Spirito Santo

Traccia per l’omelia della Messa Crismale Cattedrale di Poggio Mirteto – 1° aprile 2015
17-04-2014

IMPREGNATI DALLA FORZA

DELLO SPIRITO SANTO

Traccia per l’omelia della Messa Crismale

Cattedrale di Poggio Mirteto – 1° aprile 2015

 


Nel nostro cammino ecclesiale stiamo prestando attenzione a vari elementi per rendere sempre più la nostra chiesa Sabina una comunità capace di annunciare il vangelo, una comunità, direbbe papa Francesco ‘in uscita’.  A volte facciamo fatica a ricondurre a unità queste varie attenzioni: è una fatica che dobbiamo accettare serenamente perché è una fatica inevitabile in quanto connessa all’impegno apostolico e alla nostra situazione concreta.
Il tema di quest’anno – una particolare attenzione all’opera dello Spirito Santo nella vita del credente e della comunità – ci aiuta a fare un passo avanti in questa ricerca di unità.

E allora facciamoci una domanda molto semplice: come e quando la comunità ecclesiale è guidata dallo Spirito Santo?

Lasciamoci istruire dalla liturgia della messa crismale che è tutta un inno allo Spirito Santo
1)    Lo spirito del Signore è su di me: è l’affermazione che abbiamo trovato sia nel testo di Isaia che nel brano evangelico
2)    Anche la benedizione degli oli è una continua invocazione allo Spirito Santo:
•    quando si benedice l’olio degli infermi la liturgia ci fa pregare con queste parole: manda il Spirito Santo Paraclito su questo olio … sollievo del nostro corpo 
•    Quando si benedice l’olio dei catecumeni si parla di forza divina, di energia e vigore, si parla della potenza di Dio
•    Infine benedicendo l’olio del crisma si chiede di impregnarlo della forza dello Spirito
3)    Infine nella preghiera del Prefazio si parla del Cristo Pontefice della nuova alleanza consacrato con l’unzione dello Spirito Santo che partecipa il suo sacerdozio a tutto il popolo e con affetto di predilezione sceglie alcuni tra i fratelli rendendoli partecipi del suo ministero di salvezza mediante l’imposizione delle mani (anche qui i riferimenti all’azione dello Spirito Santo sono espliciti)

Ritorniamo allora alla domanda: come e quando la comunità ecclesiale è guidata dallo Spirito Santo?

Rivolgiamo il nostro sguardo innanzitutto alla Beata Vergine Maria modello della chiesa e dimora dello Spirito Santo. Nell’icona evangelica dell’Annunciazione è l’ascolto ad essere segno e luogo dell’azione dello Spirito. La nostra chiesa deve crescere sempre più nella capacità di ascolto. La visita pastorale che ci accingiamo a preparare e che ci vedrà tutti coinvolti per diversi anni sarà un momento eccezionale, entusiasmante  per esercitarci in questa capacità di ascolto e quindi di accoglienza della potenza dello Spirito.

Un’altra caratteristica fondamentale dello Spirito è il fatto che genera Cristo. Allo sguardo rivolto a Maria aggiungiamo uno sguardo rivolto all’eucarestia: è lo Spirito che ‘fa’ l’eucarestia. Pensando a questo non posso non pensare alla fatica immane che stiamo facendo per prestare la massima attenzione ai nostri ragazzi e ai nostri giovani. Una chiesa è guidata dallo Spirito quando è madre, cioè quando è capace di generare. A questa fatica di rafforzare una proposta di pastorale giovanile si aggiunge l’avventura (perché di avventura si tratta!) di una attenta pastorale vocazionale (domani nell’adorazione eucaristica preghiamo in modo particolare per le vocazioni). Ve lo dico con chiarezza e insistenza: l’amore per le vocazioni di speciale consacrazione è il segno per eccellenza che indica se una chiesa è o non è guidata dalla Spirito di Cristo. E questo perché nella cura delle vocazioni si verifica lo spessore spirituale di una comunità, la sua capacità di parlare all’intimo della persona, la sua capacità di discernimento, il suo affidarsi totalmente nella fede al suo Signore.

La terza caratteristica fondamentale dell’azione dello Spirito Santo è la comunione. Come non leggere alla luce di questa caratteristica il nostro impegno ad avviare una pastorale integrata attraverso l’esperienza delle unità pastorali e delle zone pastorali. Parlare di unità pastorali non significa fare una semplice opera di risuddivisione del territorio e ridistribuzione del clero ma pensare in modo rinnovato e diverso. Desidero ringraziare tutto il presbiterio per l’adesione generosa data al progetto. Io spero che già dal prossimo anno pastorale potremo iniziare a camminare decisamente in questa direzione avviando dei progetti significativi e rafforzando quelli già in atto.

Desidero concludere questa breve meditazione invitandovi a leggere il capitolo quinto dell’Evangelii Gaudium dal titolo ‘Evangelizzatori con Spirito’.  In particolare desidero citare per esteso il n° 280 nel quale Papa Francesco accenna, in modo discreto, alla propria esperienza di fede:

Per mantenere vivo l’ardore missionario occorre una decisa fiducia nello Spirito Santo, perché Egli «viene in aiuto alla nostra debolezza» (Rm 8,26). Ma tale fiducia generosa deve alimentarsi e perciò dobbiamo invocarlo costantemente. Egli può guarirci da tutto ciò che ci debilita nell’impegno missionario. È vero che questa fiducia nell’invisibile può procurarci una certa vertigine: è come immergersi in un mare dove non sappiamo che cosa incontreremo. Io stesso l’ho sperimentato tante volte. Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, rinunciando a calcolare e a controllare tutto, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci spinga dove Lui desidera. Egli sa bene ciò di cui c’è bisogno in ogni epoca e in ogni momento. Questo si chiama essere misteriosamente fecondi!

Dio datore di ogni bene ci doni questa fecondità: la doni ai pastori della chiesa sabina, alle anime consacrate, all’intero popolo di Dio in particolare a coloro che sentono in se la passione per il Vangelo.