
Il tempo pasquale vede un particolare risalto nella liturgia del libro degli Atti degli Apostoli e dell’Apocalisse. Pubblichiamo sul sito in forma di articolo, più facilmente consultabile anche dagli smartphone, i testi preparati per quest’anno pastorale da don Giuseppe De Virgilio che sono in introduzione al sussidio diocesano per le lectio per aiutare la comprensione del Libro dell’Apocalisse.
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3. La forma letteraria e il linguaggio simbolico
È noto come il libro appartenga al genere caratterizzato da un singolare patrimonio linguistico e simbolico che proviene dalla tradizione anticotestamentaria e giudaica e attinge alla sua letteratura (apocalittica giudaica). La missione profetica del veggente e la capacità di interpretare le visioni che gli vengono mostrare confermano i contatti con il mondo profetico e sapienziale della Bibbia.
Si possono riassumere i tipi simbolici dell’Apocalisse nella seguente classificazione delle immagini: a) simbolismo cosmico; b) sconvolgimenti cosmici; c) simbolismo teriomorfo; d) simbolismo cromatico; e) simbolismo aritmetico; f) simbolismo antropologico. L’analisi delle immagini simboliche conduce all’individuazione di tre possibili strutture simboliche: a) struttura coerente; b) struttura spezzata; c) struttura ridondante. Sia l’interprete delle visioni e delle rivelazioni, sia il lettore sono chiamati a decodificare il linguaggio simbolico, a coglierne il messaggio e ad attualizzarlo per la vita ecclesiale.
L’aspetto peculiare del libro consiste nel fatto che il linguaggio simbolico diviene «costitutivo» nell’impianto teologico dell’Apocalisse. La funzione del linguaggio simbolico va compresa secondo una triplice finalità: a) il simbolismo consente una maggiore valenza evocativa della realtà trascendente, capace di veicolare più efficacemente e con la forza delle immagini, il messaggio della vittoria divina sulle forze del male; b) l’impiego del linguaggio simbolico, a motivo della sua indeterminatezza, è funzionale alla «rilettura» del processo storico caratterizzato dalla contrapposizione tra il bene e il male e alla sua efficace attualizzazione; c) mediante il linguaggio simbolico si ottiene un maggiore coinvolgimento del destinatario, raggiunto dalla ricchezza espressiva ed emotiva dei simboli evocati. In tale prospettiva si comprende bene la relazione tra simbolismo e ambiente liturgico.
4. La reinterpretazione delle Scritture di Israele
Un importante aspetto che implica una corretta interpretazione del messaggio teologico dell’Apocalisse è rappresentato dalla reinterpretazione delle Scritture, sia i libri dell’Antico Testamento e, in misura minore, del Nuovo Testamento. Il riferimento alle Scritture sacre e la loro funzione performativa suppone un contesto liturgico, analogo alla celebrazione sinagogale e alla prassi omiletica antica. Per tale ragione il metodo utilizzato dall’autore si avvale notevolmente di reminiscenze e allusioni alla letteratura biblica. Sono stati individuate circa 500 allusioni dell’Antico Testamento nell’Apocalisse, anche se non si trovano mai citazioni esplicite e dirette nel nostro libro. Il maggior numero d’immagini è tratto dal collegamento con i profeti Ezechiele e Daniele, la cui situazione di crisi è riletta e riattualizzata nell’ambiente efesino di Giovanni. Si trovano temi e motivi simbolici di Geremia e Zaccaria. Non meno importanti sono i poemi apocalittici di Isaia 24-27; 34-35, gli oracoli del Deuteroisaia e l’allusione ad alcuni salmi messianici (cf. Sal 2; 23; 46; 90). Il libro che offre il sostrato più adatto al contesto e al messaggio dell’Apocalisse è rappresentato dall’Esodo e dalla sua articolazione simbolico-narrativa. A partire dalla situazione di persecuzione del popolo di Israele, Giovanni attinge la dialettica schiavitù-liberazione attraverso le immagini, i personaggi, i simboli liturgici, le preghiere e le azioni, per riattualizzarla nel proprio contesto ecclesiale e sociale. La rielaborazione del materiale biblico conferma l’intento teologico di Giovanni e la sua non comune capacità di «risignificare» i racconti anticotestamentari nel mistero pasquale di Cristo e di comprenderli nell’orizzonte del compimento escatologico.