Introduzione al Libro dell’Apocalisse – 5

Il tempo pasquale vede un particolare risalto nella liturgia del libro degli Atti degli Apostoli e dell’Apocalisse. Pubblichiamo sul sito in forma di articolo, più facilmente consultabile anche dagli smartphone, i testi preparati per quest’anno pastorale da don Giuseppe De Virgilio che sono in introduzione al sussidio diocesano per le lectio per aiutare la comprensione del Libro dell’Apocalisse.

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8.  La comunità cristiana destinataria del libro

In 1,1 si individuano i destinatari diretti dell’Apocalisse: essi sono i membri delle comunità giovannee che vivono a Efeso e in altre città vicine.

Il numero simbolico di sette, che evoca la totalità, sembra alludere all’universalità della Chiesa.  La provincia romana d’Asia e il colto contesto efesino rappresentano dunque la cornice storica in cui si trova a vivere la Chiesa dell’Apocalisse, la quale, nella seconda metà del I sec. d.C., sperimenta molte situazioni di conflitto tanto verso l’esterno che al suo stesso interno. Circa i conflitti esterni, il problema più grave è dovuto al crescente imperialismo romano e al culto dell’imperatore[1]. Occorre aggiungere il pericolo sincretistico che proveniva dal mondo culturale e religioso ellenistico[2]. Soprattutto nella regione di Efeso si registravano fenomeni di magia ed esoterismo, con pericolose deviazioni dottrinali dei cristiani. Inoltre la situazione cosmopolita della regione efesina è segnata anche dalle tensioni con il mondo giudaico e dalla non facile relazione con i gruppi cristiani. Circa i conflitti interni, il libro dell’Apocalisse evidenzia la presenza di gruppi eterodossi, come i nicolaiti (2,6.15) e altri gruppi che tendevano a vivere un cristianesimo compromesso con il mondo pagano (tiepido) e connivente con l’ambiguità del potere imperiale. L’autore richiama i cristiani ad una testimonianza integra e coraggiosa.

 

9. Tra presente storico e futuro escatologico

 

L’atto interpretativo è insieme personale e comunitario. Allo stesso tempo esso implica una lettura della storia presente e uno sguardo di speranza verso il futuro escatologico. Per questa ragione l’Apocalisse va considerata come uno scritto che parla concretamente ai credenti del suo tempo, a comunità che stanno sperimentando la persecuzione imperiale contro i cristiani e che vivono con fede la testimonianza del Vangelo. Per interpretare e accettare la sfida delle difficoltà presenti l’autore giovanneo infonde coraggio e consolazione, presenta alle sue comunità la centralità del mistero pasquale e invita ad esercitare la speranza, lottando contro il male e le ostilità. La meta futura dei credenti è la beatitudine finale. In tal senso l’approccio storico si declina anche in senso escatologico.

[1] La cornice storica è la provincia romana d’Asia e la città di Efeso della seconda metà del I sec. in cui la chiesa dell’Apocalisse vive dei conflitti. Le difficoltà esterne sono, innanzitutto, l’autorità romana: Giovanni probabilmente scrive durante l’impero di Domiziano (81-96 d. C.). La situazione peggiora quando s’intensifica il culto dell’imperatore (Domiziano riceve il titolo di deus et dominus), sviluppandosi velocemente: i cristiani devono scegliere, rischiando la vita.

[2] Un grande pericolo per le comunità cristiane è rappresentato dal paganesimo della cultura ellenistica (con elementi esoterici e magici): i cristiani conoscono tali idee, ma talvolta sono incapaci di respingerle e si compromettono. L’altra difficoltà è il mondo giudaico che si sta riorganizzando intorno ai farisei (essendo l’unico gruppo culturale, dopo la caduta di Gerusalemme nel 70 d.C., vuole garantire la sopravvivenza della religione mediante l’ortodossia della Legge). Da ciò emerge una chiesa instabile a causa di cristiani tiepidi, paurosi, incoerenti, inclini al compromesso: Giovanni rimprovera le comunità tiepide, elogia quelle fedeli, esortando tutti alla costanza e coerenza.