Il Vescovo Ernesto ha stabilito per decreto [ vai al decreto ] che le chiese giubilari della nostra Diocesi sono la Basilica dell’Abbazia di Farfa [ GMaps ; vai al sito ] e il Santuario di Santa Maria in Vescovio [ GMaps ; vai al sito ], l’antica cattedrale dei Sabini.
Il Giubileo 2025 è stato indetto da papa Francesco con una bolla intitolata «La speranza non delude» (Rm 5,5; in lat. Spes non confundit [ vai alla bolla ]) che richiama il tema della speranza. Il giubileo è un periodo, della durata di circa un anno, in cui la Chiesa si lascia coinvolgere in una particolare esperienza di santificazione, e concretamente è il tempo in cui, per una speciale concessione del Papa, è accordato il dono dell’Indulgenza plenaria ai fedeli che si recano in pellegrinaggio a Roma e visitano le Basiliche Maggiori, varcandone una particolare porta che è detta “Porta Santa”, e altre chiese particolari [ chiese giubilari di Roma ]; questo stesso dono è accordato a quanti nelle Diocesi si recano in pellegrinaggio presso alcune chiese stabilite dal Vescovo che sono appunto le “Chiese giubilari“. Il dono dell’indulgenza plenaria caratterizza in modo speciale il Giubileo e sottolinea come il tempo dell’Anno Santo sia particolarmente propizio per riconciliarsi con Dio e accogliere il dono della conversione e della santità.
BREVE NOTA A PROPOSITO DEL CAMMINO GIUBILARE
In occasione di questa notizia è utile richiamare in breve l’insegnamento della Chiesa sul perdono dei peccati e sull’indulgenza. Su quest’ultimo tema si segnala l’incontro del 17 novembre p.v. tenuto a Farfa dal card. Angelo De Donatis, Penitenziere Maggiore [ vai alla notizia ].
Anzitutto vale la pena di ribadire che Dio è sempre disposto alla riconciliazione con l’uomo (cf. Reconciliatio et Paenitentia, 10); scrive a tal proposito l’Apostolo: «Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!» (Rm 8,32-34). Dio ha infatti salvato l’umanità una volta per sempre attraverso il mistero pasquale di Cristo, e per mezzo dello Spirito Santo per tutti i secoli e fino alla fine dei tempi offre ai singoli uomini la possibilità di associarsi a questo mistero ed essere salvati (cf. CCC 1987-1992). Questa salvezza è offerta per qualunque peccato l’uomo abbia commesso, dice infatti il Signore: «anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana» (Is 1,18).
In modo ordinario e certo quest’opera dello Spirito Santo che associa gli uomini al mistero di Cristo Salvatore avviene per il ministero della Chiesa nel mondo (cf. RP 11; CCC 767-768; 774-776). La Chiesa infatti annuncia il Vangelo della grazia e con i sacramenti comunica in modo efficace e visibile la salvezza nella vita dei credenti. Dio infatti ha voluto salvarci secondo il modo in cui è fatta la nostra umanità, che ha bisogno di segni concreti, e come ci ha salvato visibilmente in Cristo così ci comunica questa salvezza per l’opera visibile della Chiesa. Questa salvezza offerta da Dio in Cristo è davvero efficace, restaura l’uomo nella dignità perduta a causa del peccato e lo eleva alla vita soprannaturale della grazia, gli consente di provare la consolazione spirituale (i cui segni sono la gioia nella preghiera, la pace interiore, ecc.) e di cogliere le intuizioni dello Spirito Santo che lo spingono alla carità fraterna. La via ordinaria con cui è operata la salvezza dal peccato è il sacramento del Battesimo (cf. 1997) e, per i peccati dei battezzati, la Penitenza sacramentale (cf. 1446).
La Penitenza sacramentale risana la relazione tra Dio e l’uomo che il peccato personale ferisce (è il “peccato veniale”) e talvolta infrange (è il “peccato mortale”; cf. RP 17; CCC 1854-1856); il cammino di conversione che ha il suo apice nella celebrazione del sacramento suscita l’impegno nel riparare anche alle altre conseguenze del peccato. Si possono individuare tre conseguenze del peccato: [1] gli effetti causati ai danni degli altri (alla persona, alla proprietà, al buon nome, ecc.), che vanno riparati ristabilendo la giustizia; [2] la perdita della relazione con Dio (è la “pena eterna”), che solo la grazia può restaurare; [3] i resti del peccato nella vita spirituale di chi l’ha commesso (è la “pena temporale”), cioè l’attaccamento distorto alle creature e in generale l’aver introdotto o ravvivato una cattiva inclinazione, questi “resti del peccato” vanno purificati (cf. 1459-1460; 1472, che indica solo le ultime due come conseguenze del peccato, considerando i soli effetti spirituali).
Questa purificazione avviene attraverso la virtù della Penitenza, che consiste nella mortificazione e nell’ascesi cristiana: la preghiera, il digiuno e l’elemosina. Se questa purificazione non si riuscisse a compiere durante il proprio cammino terreno si compirà nel Purgatorio, in cui la purificazione è per i defunti come un fuoco che forgia le anime nella perfezione della santità che consente la visione di Dio e la perfetta comunione con Lui in Cielo (cf. CCC 1030-1032). La purificazione dei fedeli, sia in questa vita che in Purgatorio, è aiutata dalla preghiera e dalla vita buona anche degli altri cristiani: tutti quelli che vivono nella grazia sono nella comunione dei santi. L’insieme di tutti i beni spirituali della comunione dei santi, e anzitutto l’infinito merito di Cristo, e i meriti della B.V. Maria e di tutti i santi, si chiama “tesoro della Chiesa” (cf. 1474-1477). La Chiesa vuol sostenere la purificazione dei suoi figli associando ad alcune opere pie la sua azione, cioè riversando nella vita del fedele che le compie una parte del suo infinito tesoro spirituale: questo è quanto avviene nella prassi dell’indulgenza (cf. 1478-1479). Quest’indulgenza può essere parziale o plenaria, a seconda che contribuisca ad una purificazione parziale o completa, nel secondo caso sono richieste, oltre all’opera indicata, anche il completo distacco dal peccato, anche veniale, la confessione entro una settimana (prima o dopo l’opera), la comunione sacramentale e la preghiera per il Sommo Pontefice.
Le opere che sono accompagnate dall’indulgenza sono molte, l’edizione del 2008 del Manuale delle indulgenze ne indica 4 generali e 33 particolari [vai alle norme in italiano; elenco in latino], se ne può dare qualche esempio: svolgere il proprio dovere elevando l’animo a Dio (Enchiridion Indulgentiarum, concessione I); il soccorrere qualcuno compiendo un’opera di misericordia corporale (II); l’astinenza penitenziale da qualcosa di lecito (III); il dare testimonianza cristiana (IV); visitare il SS.mo Sacramento e sostare in preghiera per almeno mezz’ora (EI, altre concessioni, n. 7); compiere l’esercizio della Via Crucis (n. 13); recitare il Rosario in chiesa, in famiglia o insieme ad altri (n. 17); leggere la Scrittura per almeno mezz’ora (n. 30). Il Giubileo è un tempo in cui si vuol favorire al fedele l’accesso al tesoro spirituale della Chiesa, e per questo è concessa l’indulgenza plenaria a quanti faranno visita nelle basiliche maggiori romane (S. Giovanni in Laterano, San Pietro, San Paolo e Santa Maria Maggiore) e anche alle chiese giubilari.
Durante l’Anno Santo recandosi in pellegrinaggio presso un luogo sacro giubilare si potrà ottenere l’indulgenza [vai alle norme]:
[1] partecipandovi alla celebrazione dell’Eucaristia, o dei sacramenti dell’Iniziazione Cristiana o dell’Unzione; o ad una celebrazione della Parola di Dio, della Liturgia delle Ore, della Via Crucis, del Rosario o dell’inno Akathistos, o ad una celebrazione penitenziale che termini con le confessioni individuali;
[2] se singolarmente o in gruppo vi si sosta per un congruo periodo di tempo nell’adorazione eucaristica e nella meditazione, concludendo con il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima e invocazioni a Maria, Madre di Dio.
Il Giubileo 2025 sarà un anno di grazia perché ogni fedele possa incontrarsi con la misericordia divina ed impegnarsi nello stringere una sempre più forte relazione col Signore Gesù, secondo il dono comunicato in pienezza nei sacramenti della Chiesa, e grazie all’esercizio della Penitenza e al dono dell’indulgenza potrà purificare il proprio cuore da ogni residuo del peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio e attuare sempre di più la carità fraterna!
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Documenti utili: Reconciliatio et Paenitentia ; Catechismo della Chiesa Cattolica e Compendio ; Codice di Diritto Canonico (sulle indulgenze) ; Bolla d’indizione del Giubileo 2025.