Lectio 3

Lo sguardo verso i poveri

Dicembre 2023

Invocazione allo Spirito Santo

Spirito di Sapienza: donami lo sguardo e l’udito interiore, perché non mi attacchi alle cose materiali, ma ricerchi sempre le realtà spirituali. Vieni in me, Spirito Santo, Spirito dell’Amore: riversa sempre più la carità nel mio cuore. Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di Verità: concedimi di pervenire alla conoscenza della verità in tutta la sua pienezza. Vieni in me, Spirito Santo, acqua viva che zampilla per la vita eterna: fammi la grazia di giungere a contemplare il volto del Padre nella vita e nella gioia senza fine.

 

Ambientazione

Il terzo passo del nostro cammino, dopo aver meditato la necessità di convertire (cambiare) la nostra immagine di Dio e la nostra maniera di rapportarci alle “cose del mondo”, ci sollecita a uno sguardo nuovo verso i poveri e gli emarginati. Il brano di Luca che proponiamo alla preghiera si situa dopo un altro duro rimprovero di Gesù alla sua generazione, che paragona a dei bambini capricciosi, chiusa nelle proprie convinzioni di comodo e incapace di aprirsi alla novità del Regno. I suoi contemporanei dicono di Gesù che è “un mangione e beone” (Lc 7,34b) e che frequenta gente poco raccomandabile, mentre di Giovanni il Battista avevano condannato lo stile troppo austero ed esigente. Sono espedienti che utilizziamo anche oggi per mascherarci dietro scuse apparentemente ragionevoli, quando ci sentiamo interpellati a cambiare nel nostro modo di vivere la fede e le relazioni umane. Successivamente, l’evangelista mette in evidenza – suscitando certamente lo sconcerto del lettore ebreo medio – la costante e numerosa frequentazione femminile del Messia, un uomo capace di restituire dignità a tutti e a tutte coloro che incontra. In particolare, questo tratto di accoglienza senza pregiudizi e questa capacità di intimità casta e rispettosa emerge con chiarezza proprio nell’episodio racchiuso fra questi due testi, e sul quale ci vogliamo soffermare. Gesù è invitato a mangiare da un fariseo di cui conosciamo il nome: Simone. Condividere la mensa significa creare uno spazio di vicinanza in cui poter conoscere l’altro e farsi carico delle sue idee, passioni, visioni del mondo. In questo senso, ci troviamo da subito spiazzati, nello scoprire strada facendo che l’invito da parte dell’uomo della Legge fatto a Gesù, un Rabbi ormai famoso nel circondario, ha piuttosto il senso di uno sfoggio e di una sfida. Simone sfoggia amicizie importanti, e probabilmente ambisce far parlare di sé per aver avuto a casa sua il Maestro (anche se mai egli si rivolge a Gesù con questo appellativo); ma soprattutto, Simone mette alla prova il suo ospite, con un certo senso di superiorità, per verificare se le tante cose che si dicono di lui corrispondano davvero al profilo di un autentico profeta di Israele. In effetti, Gesù è davvero un profeta. Soltanto che è un profeta che non corrisponde alle aspettative degli “uomini di religione”. Piuttosto, alla maniera dei grandi profeti della storia di salvezza, chiama alla conversione, del cuore e dello sguardo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (7,36-50)

Testo CEI 2008

[36] Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. [37] Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; [38] stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. [39] Vedendo questo , il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice! “. [40] Gesù allora gli disse: “Simone, ho da dirti qualcosa”. Ed egli rispose: “Di’ pure, maestro”. [41] “Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. [42] Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più? “. [43] Simone rispose: “Suppongo sia colui al quale ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. [44] E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. [45] Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. [46] Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo . [47] Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”. [48] Poi disse a lei: “I tuoi peccati sono perdonati”. [49] Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è costui che perdona anche i peccati? “. [50] Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace! “.

 

Testo TILC

36Un giorno un fariseo invitò Gesù a pranzo a casa sua. Gesù entrò e si mise a tavola. 37In quel villaggio vi era una prostituta. Quando ella seppe che Gesù si trovava a casa di quel fariseo, venne con un vasetto di olio profumato, 38si fermò dietro a Gesù, si rannicchiò ai suoi piedi piangendo e cominciò a bagnarli con le sue lacrime; poi li asciugava con i suoi capelli e li baciava e li cospargeva di profumo. 39Il fariseo che aveva invitato Gesù, vedendo quella scena, pensò tra sé: ‘Se costui fosse proprio un profeta saprebbe che donna è questa che lo tocca: è una prostituta!’. 40Gesù allora si voltò verso di lui e gli disse: – Simone, ho una cosa da dirti! Ed egli rispose: – Di’ pure, Maestro! 41Gesù riprese: – Un tale aveva due debitori: uno doveva restituirgli cinquecento denari, l’altro solo cinquanta, 42ma nessuno dei due aveva la possibilità di restituire i soldi. Allora quell’uomo condonò il debito a tutti e due. Dei due chi gli sarà più riconoscente? 43Simone rispose subito: – Quello che ha ricevuto un favore più grande, penso. E Gesù gli disse: – Hai ragione! 44Poi rivolgendosi verso quella donna Gesù disse a Simone: ‘Vedi questa donna? Sono venuto in casa tua e tu non mi hai dato dell’acqua per lavarmi i piedi; lei invece, con le sue lacrime, mi ha bagnato i piedi e con i suoi capelli me li ha asciugati. 45Tu non mi hai salutato con il bacio; lei invece da quando sono qui non ha ancora smesso di baciarmi i piedi. 46Tu non mi hai versato il profumo sul capo; lei invece mi ha cosparso di profumo i piedi. 47Per questo ti dico: i suoi peccati sono molti, ma le sono perdonati perché ha mostrato un amore riconoscente. Invece quelli ai quali si perdona poco sono meno riconoscenti’. 48Poi Gesù disse alla donna: ‘Io ti perdono i tuoi peccati’. 49Allora quelli che erano a tavola con lui cominciarono a dire tra loro: ‘Chi è costui che perdona anche i peccati?’. 50Ma Gesù disse alla donna: ‘La tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!’.

 

Meditazione.

Sulla donna protagonista del brano ascoltato si posano due sguardi. Vi è lo sguardo giudicante di Simone, il fariseo, che rivela un cuore possessivo, sprezzante, egoista e che esprime una logica di condanna verso lei e coloro che lei rappresenta: tutte le persone che non rientrano dentro lo schema rigido e legalista di una religione arroccata sulle forme e sull’esteriorità e incapace di mettere in gioco relazioni libere e liberanti. Vi è poi, invece, lo sguardo di Gesù, completamente opposto. Il Signore va oltre l’apparenza e riconosce nei gesti della donna un sincero desiderio di verità, un’aspirazione a ideali grandi, un’ansia di cambiamento di vita che nasce dalla consapevolezza della propria piccolezza e anche del proprio peccato, ma che si apre alla possibilità di una relazione nuova. Gesù intercetta le potenzialità di questa donna, senza fermarsi agli errori del passato, e riconoscendo la passione per la vita che, se finora si è espressa anche in modo inadeguato (forse per necessità, o addirittura per costrizione di altri), adesso cerca un’opportunità e vuole esprimersi nel modo migliore. Gesù vede, con gli occhi della misericordia, la capacità di amare che dimora nel cuore di questa donna, i cui occhi a loro volta sono stati purificati e sanati da tante lacrime di dolore per i peccati commessi. Due sguardi, dunque, che ci interpellano. Nella donna peccatrice perdonata sono simboleggiati tutti i diseredati della terra, tutte le donne e gli uomini del mondo segnati dall’esperienza della fragilità, che diventa anche peccato e che ferisce profondamente l’animo di ciascuno. In realtà, chi di noi può considerarsi escluso da questa schiera innumerevole di piccole creature umane, troppe volte catturate dall’ambizione di mostrarsi autosufficienti o, al contrario, costrette a fare da sé pur considerandosi troppo misere? In questa donna ci vediamo anche noi, ma vediamo pure i poveri e gli emarginati che attraversano ogni giorno le nostre esistenze. Gesù, con i suoi gesti e con il suo rimprovero verso Simone, richiama anche noi a vigilare e, forse, a cambiare prospettiva: dal giudizio senza attenuanti che genera separazione e disprezzo, all’accoglienza incondizionata anche di chi ha sbagliato, per farsi strumento di una rinnovata opportunità di riscatto.

 

Conclusione.

Per crescere, chiediamoci:
– Con quali occhi guardo i poveri, gli emarginati, i peccatori che incontro nella mia vita quotidiana? Quali gesti, parole, atteggiamenti caratterizzano il mio rapporto con loro?
– Con quali occhi guardo ai miei limiti e ai miei difetti, e anche al mio peccato? Sono duro e severo, o mi lascio consolare dallo sguardo di misericordia che Gesù ha verso di me? 
Invochiamo con fiducia:
Signore Gesù, posa sulle mie debolezze e sui miei peccati il tuo sguardo di misericordia, che converta il mio cuore e i miei occhi per guardare con amore i piccoli e i poveri.