Sussidio Diocesano per la Catechesi

Guida Generale

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Introduzione

In questa pagina sono riportati i contenuti della Guida Generale che fa da introduzione generale al Sussidio Diocesano per la Catechesi dei fanciulli e dei ragazzi.

PROGETTO NAZIONALE  |  LINEE-GUIDA PER LA PROGETTAZIONE

SINOSSI DEI PROGRAMMI  |  LA FEDE CHE ANNUNCIAMO

PRESENTAZIONE DEI SUSSIDI

Il primo sussidio è pensato per la catechesi dei bambini tra i 7 e gli 8 anni che frequentano la II classe della scuola primaria, per aiutarli a familiarizzare con l’ambiente parrocchiale e conoscere gli elementi essenziali della vita cristiana.

Il secondo e il terzo sussidio sono pensati per presentare ai fanciulli tra gli 8 e i 10 anni il mistero di Dio come Padre ed introdurre in una sempre più stretta amicizia col Signore Gesù. Durante questa fase si celebra la Penitenza e si riceve la Prima Comunione.

Con il quarto, quinto e sesto sussidio destinato alla catechesi dei ragazzi l’iniziazione cristiana prosegue con un anno mistagogico (10-11 anni) sull’Eucaristia, approfondisce la storia della salvezza (11-12 anni) e prepara alla vita cristiana adulta e alla ricezione del sacramento della Cresima (12-13 anni).

Introduzione alla catechesi

COS'È LA CATECHESI?

DEFINIZIONE

La catechesi è un atto di natura ecclesiale, scaturito dal mandato missionario del Signore (cf. Mt 28,19-20) e teso, come il suo stesso nome indica [dal gr. κατεχειν, far risuonare], a far risuonare continuamente l’annuncio della sua Pasqua nel cuore di ciascun uomo, perché la sua vita sia trasformata. Realtà dinamica e complessa al servizio della Parola di Dio, essa accompagna, educa e forma nella fede e alla fede, introduce alla celebrazione del Mistero, illumina e interpreta la vita e la storia umana. Integrando armonicamente queste caratteristiche, la catechesi esprime la ricchezza della sua essenza e offre il suo apporto specifico alla missione pastorale della Chiesa. [Dal Direttorio per la Catechesi (2020), 55]

 

FINALITÀ

Al centro di ogni processo di catechesi c’è l’incontro vivo con Cristo. «Lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo: egli solo può condurre all’amore del Padre nello Spirito e può farci partecipare alla vita della santa Trinità» (CT 30). La comunione con Cristo è il centro della vita cristiana e, di conseguenza, il centro dell’azione catechistica. La catechesi è orientata a formare persone che conoscano sempre più Gesù Cristo e il suo Vangelo di salvezza liberatrice; che vivano un incontro profondo con Lui e che scelgano il suo stile di vita e i suoi stessi sentimenti (cf. Fil 2,5), impegnandosi a realizzare, nelle situazioni storiche nelle quali vivono, la missione di Cristo, ovvero l’annuncio del regno di Dio. [Dal Direttorio per la Catechesi (2020), 75]

PRINCIPI DI METODO

1. DUPLICE FEDELTÀ

«A fondamento di ogni metodo catechistico, sta la legge della fedeltà alla parola di Dio e della fedeltà alle esigenze concrete dei fedeli. È questo il criterio ultimo sul quale i catechisti devono misurare le loro esperienze educative; questo il fondamentale motivo ispiratore di ogni ipotesi di rinnovamento. Fedeltà a Dio e fedeltà all’uomo: non si tratta di due preoccupazioni diverse, bensì di un unico atteggiamento spirituale, che porta la Chiesa a scegliere le vie più adatte, per esercitare la sua mediazione tra Dio e gli uomini. È l’atteggiamento della carità di Cristo, Verbo di Dio fatto carne» (DB 160).  

2. PRIMATO DI DIO

«Il primo atto di sapienza del catechista, che cerca il suo metodo educativo, è il riconoscimento dell’azione di Dio. Dio non soltanto si rivela e si dona, ma apre e sostiene le vie della fede [...]. Tanto più è valido il metodo del catechista, quanto più egli, consapevole della propria debolezza, sa mostrare l’autorità di Dio che si rivela. [...] È questo non solo un dovere di fedeltà a Dio, ma un necessario riguardo alle esigenze dei cristiani: essi possono crescere nella fede, se avvertono che, per mezzo del catechista, è Dio che esorta» (DB 163).  

3. PRINCIPIO DI CONCENTRAZIONE

«Il catechista punta senza riserve alla sistemazione delle conoscenze e delle esperienze di fede concentrando progressivamente tutto attorno al naturale nucleo unificatore: il mistero di Cristo, dando significato e gerarchia di valore alle varie parti, integrando gli elementi nuovi con quelli acquisiti. Assai fecondo, su questo piano, appare il criterio di servirsi di grandi idee madri e di prospettive unitarie su tutto il mistero cristiano, come pure la distribuzione della materia in chiare unità didattiche. In riferimento alle tappe progressive della maturità cristiana, la sistemazione delle conoscenze e delle esperienze deve avvenire secondo programmi ciclici che, sulla base dei progressi spirituali acquisiti, allargano sempre meglio l’orizzonte della fede » (DB 174).  

4. TRASVERSALITÀ DELLE FONTI

Le principali fonti a cui la catechesi attinge sono quattro: la Scrittura, la Tradizione, la Liturgia e il Creato. Esse sono da considerarsi in un rapporto di correlazione tra di loro: l’una rinvia all’altra, mentre tutte sono riconducibili alla Parola di Dio, di cui sono espressione. La catechesi può accentuare, a seconda dei soggetti e dei contesti, una delle fonti rispetto alle altre. Ciò va fatto con equilibrio e senza praticare catechesi unilaterali (ad esempio, una catechesi solo biblica o solo liturgica o solo esperienziale...). Tra le fonti ha evidentemente preminenza la Sacra Scrittura per il suo peculiare rapporto con la Parola di Dio. Le fonti, in un certo senso, possono essere anche vie della catechesi.