Omelia della Messa diocesana di suffragio

Grati per papa Francesco

Questa celebrazione eucaristica in suffragio di Papa Francesco non è, per così dire, un ‘atto dovuto’, ma è l’espressione della nostra gratitudine al Signore per il dono di Papa Francesco ed è l’espressione della nostra fede cattolica che accoglie le parole che il Maestro ha rivolto a Pietro: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt. 16, 18).

Pochi giorni fa, nella preghiera universale della liturgia della Passione nel Venerdì Santo abbiamo pregato con queste parole:

«Dio onnipotente ed eterno, sapienza che regge l’universo, ascolta la tua famiglia in preghiera, e custodisci con la tua bontà il papa che tu hai scelto per noi, perché il popolo cristiano, da te affidato alla sua guida pastorale, progredisca sempre nella fede».

Questa celebrazione la viviamo in comunione con tutti i fedeli che in questi giorni stanno dando una evidente testimonianza di affetto nei confronti di Papa Francesco.

Certo anche noi, per vivere bene questo momento di preghiera, dobbiamo in qualche modo entrare in ‘conclave’, cioè dobbiamo riuscire a non farci condizionare dai mezzi di comunicazione sociale che non sono di per sé una cosa cattiva, ma che di fatto condizionano in un modo esasperato la nostra percezione della realtà. C’è l’oggettivo rischio di leggere gli eventi a prescindere dalla fede.

E allora la prima e fondamentale cosa che facciamo durante questa celebrazione è invocare la misericordia di Dio, quella misericordia che tante volte è risuonata negli insegnamenti di Papa Francesco e di cui tutti, indistintamente, abbiamo bisogno:

«O Dio, che dai la giusta ricompensa agli operai del Vangelo, accogli nel tuo regno il tuo servo, il papa Francesco, che hai costituito successore di Pietro e pastore della tua Chiesa, e donagli la gioia di contemplare in eterno i misteri della grazia e della misericordia che sulla terra ha fedelmente dispensato al tuo popolo» (Orazione di colletta della messa per il papa defunto).

Ovviamente la preghiera per papa Francesco si lega in modo fortissimo alla preghiera per la Chiesa.

La parola di Dio che abbiamo ascoltato ci mostra, per l’ennesima volta, il legame strettissimo fra Pietro e la Chiesa.

È Pietro che proclama la fede della Chiesa:

«In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At. 4,12).

È Pietro che raccoglie i frutti della predicazione evangelica:

«Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò» (Gv. 21, 13).

In questa celebrazione e nei prossimi giorni uniamo la preghiera di suffragio per Papa Francesco alla preghiera per la Chiesa.

Ormai la descrizione della situazione della Chiesa è diventato una specie di ‘mantra’: la Chiesa sta attraversando un periodo di crisi ed è difficile vedere l’uscita dal tunnel. Sapete che la mia modesta e insignificante lettura della realtà non mi vede concorde su questa visione, ma è indubbio che viviamo in un tempo molto problematico e critico per la fede.

La nostra preghiera per la Chiesa si nutre allora degli insegnamenti che papa Francesco ci ha dato nel suo pontificato.

L’attenzione ai poveri, agli ultimi, agli scartati e l’attenzione alla ‘casa comune’ sono stati i caposaldi dell’opera di Francesco.

Facciamo nostro questo tesoro spirituale non ripetendo a pappagallo le parole di Francesco ma facendo scelte coerenti e coraggiose.

La nostra preghiera per Francesco e per la Chiesa si nutre di un’altra eredità spirituale: il primato assoluto dell’evangelizzazione. In tutti questi anni in particolare durante la Visita Pastorale, ho sempre cercato di fare della esortazione apostolica Evangeli Gaudium il punto di riferimento fondamentale per il cammino pastorale diocesano.

Un’ultima riflessione vorrei suggerirvi.

Per prepararmi a questa celebrazione mi sono sottoposto a una piccola fatica personale: sto leggendo il Documento Finale dell’ultimo sinodo dal titolo ‘per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione’

Mi permetto di usare la parola ‘fatica’ perché è un documento di non facile lettura.

Tale documento lo possiamo considerare uno degli ultimi atti ufficiali di Papa Francesco. Egli stesso nella Nota di Accompagnamento scrive:

«Il Documento finale partecipa del Magistero ordinario del Successore di Pietro (cfr. EC 18 § 1; CCC 892) e come tale chiedo che venga accolto. Esso rappresenta una forma di esercizio dell’insegnamento autentico del Vescovo di Roma che ha dei tratti di novità ma che in effetti corrisponde a ciò che ho avuto modo di precisare il 17 ottobre 2015, quando ho affermato che la sinodalità è la cornice interpretativa adeguata per comprendere il ministero gerarchico. Approvando il Documento, il 26 ottobre scorso, ho detto che esso “non è strettamente normativo” e che “la sua applicazione avrà bisogno di diverse mediazioni”. Questo non significa che non impegni fin da ora le Chiese a fare scelte coerenti con quanto in esso è indicato. Le Chiese locali e i raggruppamenti di Chiese sono ora chiamati a dare attuazione, nei diversi contesti, alle autorevoli indicazioni contenute nel Documento, attraverso i processi di discernimento e di decisione previsti dal diritto e dal Documento stesso».

All’interno del Documento ieri mi sono fermato soprattutto sui numeri 130 -139 che parlano del ‘servizio del vescovo di Roma’ e desidero condividere con voi una dimensione dell’insegnamento di papa Francesco poco sottolineata:

Al numero 137 si si afferma

«Tra i frutti più significativi del Sinodo 2021-2024 vi è l’intensità dello slancio ecumenico. La necessità di trovare «una forma di esercizio del Primato che […] si apra a una situazione nuova» (UUS 95) è una sfida fondamentale sia per una Chiesa sinodale missionaria sia per l’unità dei Cristiani ….. la promozione dell’unità dei Cristiani è un aspetto essenziale del ministero del Vescovo di Roma e che il cammino ecumenico ne ha favorito una comprensione più approfondita».

  • Affidiamo dunque alla misericordia di Dio l’anima del nostro papa Francesco e pregheremo per la Chiesa, in particolare preghiamo, come facciamo in ogni celebrazione eucaristica per il dono dell’unità.