PAGINA INIZIALE / Luce sul mio cammino / Incontro 2
Cf. Sarete miei testimoni: cap. 1, pp. 08-26.
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OBIETTIVI
Conoscenza. Scoprire il progetto di Dio come una proposta di amicizia per ciascuno di loro.
Atteggiamenti: Rispondere con fiducia alla chiamata di Dio, come hanno fatto Abramo, Mosè e Davide.
Comportamenti: Leggere nei personaggi della Bibbia i diversi modi con cui Dio chiama a collaborare con Lui.
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INCONTRI
1. In principio
2. Abramo: la fede
3. Abramo: la promessa
4. Mosè: l'identità
5. Mosè: l'Esodo
6. Mosè: i Dieci Comandamenti
7. Davide: scelto
8. Davide: luci e ombre
9. Introduzione alla Bibbia
🞋 obiettivo:
Conoscenza: Scoprire la figura di Abramo come padre della fede e comprendere che la vocazione è una chiamata di Dio a fidarsi e a mettersi in cammino.
Atteggiamento: Coltivare fiducia in Dio e nelle sue promesse, imparando ad affidarsi anche quando non si hanno certezze; sviluppare un cuore aperto e disponibile alla chiamata.
Comportamento: Impegnarsi a vivere gesti concreti di fiducia: dire la verità anche se costa, mantenere una promessa, compiere il primo passo verso la riconciliazione.
Mi fido alla cieca.
La metà dei ragazzi viene bendata, poi ad ognuno di questi viene affidato un compagno, che avrà il compito di guidarlo (senza parlare), attraverso un percorso ad ostacoli. Alla fine del percorso, il ragazzo bendato dovrà buttarsi, di spalle, verso l’altro, che lo prenderà. Poi si ripeterà la dinamica, cambiando i ruoli (ma formando le coppie sempre dopo aver bendato i ragazzi: in questo modo i ragazzi si dovranno fidare di qualcuno senza sapere chi sia).
[1] Bende
[2] Ostacoli
Nel gioco sperimentiamo la fiducia nell’altro che è cieca, perché non conosciamo chi ci sta guidando, né sappiamo dove ci porterà. Così fa anche Abramo che lascia la terra del Padre e anche noi come cristiani siamo chiamati a fidarci di Dio: non sappiamo dove ci conduce, spesso abbiamo l’impressione che neanche ci parli... ma Lui vuole guidarci sempre al nostro bene, vuole portarci a Lui. Siamo chiamati, poi, a gettarci completamente nelle sue braccia, certi che ci accoglierà.
Più statica. Si chiede ai ragazzi, bendati, di disegnare qualcosa. Un compagno li può aiutare muovendone la mano ma senza parlare.
Come stai a fiducia? Il tema della fiducia potrebbe essere lanciato con un test apposito, per es. quello proposto in Diocesi di Cuneo-Fossano, Felici sui passi di Gesù, Passo dopo passo. Agendum 5, LDC, 30-32.
Nel caso segue questa razionalizzazione: Avete appena fatto un test sulla fiducia: in voi stessi, negli altri, negli amici, nella vostra famiglia. Ora proviamo a chiederci: possiamo fidarci di Dio? E Dio si fida di noi? Per rispondere, oggi incontriamo una persona speciale della Bibbia. Si chiama Abramo. È uno dei primi amici di Dio. Talmente importante che è chiamato padre della fede.
La chiamata di Abramo
Abramo, figlio di Terach, è chiamato ad andare verso la terra di Canaan lasciando la sua vita tranquilla a Carran. Dio chiama Abramo a lasciare tutto: la sua casa, i suoi parenti, il suo mondo sicuro. Gli promette una nuova terra, una discendenza numerosa, una benedizione. Ma non gli dà subito prove o certezze. E Abramo cosa fa? Si fida. Parte. Obbedisce. Anche se non conosce tutta la strada. Anche se non sa bene dove andrà. Anche se ha tanti dubbi.
Abramo è chiamato a lasciare tutto: la sua casa, la sua terra... probabilmente non ne capisce i motivi, ma sceglie di fidarsi di Dio e parte. Nella nostra vita ci sono situazioni in cui fatichiamo molto a fidarci di Dio, perché non le capiamo, ci sembrano assurde. È proprio in quelle situazioni che abbiamo l’occasione di mettere alla prova la nostra fede: il Signore ne conosce i motivi, anche se noi non capiamo, e ci chiede di fidarci. Siamo chiamati a fidarci di Lui, dei suoi tempi e del suo amore per noi. A volte non è facile: ci sono delusioni, dubbi, errori. Ma Dio non smette mai di fidarsi di noi. Dio oggi ci chiede: «Ti fidi di me?». E, come ad Abramo, ci promette che non saremo mai soli. Essere cristiani vuol dire vivere come Abramo: camminare con Dio, anche senza avere tutte le risposte. Vuol dire dire ogni giorno: «Signore, mi fido di te. Guidami tu».
Come le stelle del cielo
Si consegna a ciascun ragazzo una stellina di carta, simbolo della promessa che Dio fa ad Abramo (una discenza numerosa come le stelle del cielo). Scrivono una promessa di Dio che vogliono ricordare (es.: “Io sono con te”, “Non ti lascerò solo”). Le stelle vengono messe su un cartellone con la scritta: “Dio è fedele alle sue promesse”. Mentre i ragazzi attaccano le stelle il catechista può leggere la seguente meditazione: “Così sarà la tua discendenza, dice il Signore. Oggi anche tu fai parte di quella promessa. Dio ti conosce, ti chiama e si fida di te”.
Come preghiera finale si può proporre di pregare insieme il Sal 33,4-5:
Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto; dell’amore del Signore è piena la terra”.
E insieme anche questa preghiera:
Signore, come Abramo voglio imparare a fidarmi di te.
Anche quando ho paura, anche quando non capisco.
Dammi il coraggio di ascoltare la tua voce,
di dire sì al tuo amore,
e di diventare un amico fedele come lo è stato Abramo.
Amen.
[Alternativa] Preghiera personale
Ogni ragazzo è invitato a scrivere una preghiera personale a Gesù. Si suggerisce di dividere la preghiera in tre capoversi: Grazie per…; Scusa se …; Aiutami a … Si invitano i ragazzi a impegnarsi a pregare in modo spontaneo ogni sera prima di andare a letto, parlando con il Signore con semplicità. La preghiera può seguire lo schema proposto (Grazie per…; Scusa se …; Aiutami a … ) completando le frasi riflettendo su ciò che è successo durante la giornata.
SCRITTURA
Si legge con i ragazzi il racconto della chiamata di Abramo in Gen 12.
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CATECHISMO
CCC 59-60; 145-146
Compendio 8; 29
YouCat 7-8; 21
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ALLEGATI
Disponibili a breve
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MULTIMEDIA
[Canto] Gen Rosso, Vieni e seguimi
[Film] J. Sargent, Abramo (1993)
[Film] D. Helling, His only son (2023 [EN-subITA])
